Chi sono

primo piano di Marcella

Il progetto di ospitalità e di laboratorio “Alte terre” nasce in me paradossalmente tra le acque della laguna di Venezia, dove ho vissuto per ventun anni, dagli studi universitari al lavoro stabile presso il Patriarcato cattolico. Ed è stata proprio l’acqua, troppo alta (a causa degli scavi abnormi alle bocche di porto per la costruzione del MOSE), a costringermi a guardare ad un luogo alto dove cercare rifugio.

Correva l’anno 2008. Legata da sempre alla Valle Maira fin dalla giovanile esperienza dei campi estivi, essendo nata non distante dalle valli che attorniano a raggera tutta la provincia di Cuneo, mi sono mossa in largo e in lungo per trovare una casa che suscitasse in me un desiderio non troppo temerario. Proprio a inizio valle, quasi a mille metri di altitudine, trovai questa casa che ai miei occhi era già bella, su una rocca piena di sole e presenti già due famiglie qui da tempo che – come me – avevano lasciato la città per la montagna.

Il Podio (o Püy in occitano) riflette infatti quella bellezza sobria e dura che ricorda la povertà delle popolazioni che ci hanno preceduto, e che in quel poco che possedevano avevano tuttavia la custodia e l’ingegno della pietra e del legno che tanto si radicano in ogni abitazione e in tante borgate sparse nella valle. Una lapide ricorda che nel 1944 un eccidio nazi-fascista portò la borgata all’estinzione. Il fuoco bruciò tutto ma la popolazione tornò e ricostruì. Per legami più forti con la terra. Per questo proseguire la vita quassù ha anche un valore nella memoria e nella resistenza di altre vite.

Dopo l’acquisto, il restauro, l’inserimento degli impianti, la storia ha voluto la vittoria di un bando di concorso che mi permette l’avvio al terzo cantiere: si fa concreta la possibilità di un laboratorio artigianale e di due stanze – o meglio due mini appartamenti – per poter ospitare. E qui la storia va ancora scritta. Ci sono molti progetti nella mia mente, dai corsi a chi vuole apprendere direttamente in laboratorio, a nuove tecniche di pittura, su vetro e bambù, ma anche possibilità di avere collaborazioni con artigiani locali che possano interfacciarsi con la mia pittura, dal legno al ferro o collaborazioni con le scuole pubbliche statali.

Lasciamo che la storia scriva quello che i passi semplicemente seguiranno… e a chi vorrà venire in questa splendida e assolata borgata diamo già il benvenuto, io e le due famiglie che con me sono stabilmente qui. Il nome “Alte terre” ricalca la memoria letteraria del primo libro che lessi sulle Alpi del cuneese: Mariano Allocco “Ex sudore populi” (2009). Mi auguro che questo spazio in altezze possa ricordare anche le tante terre percorse nella storia della salvezza, dove teofanie si sono rivelate ad un uomo, ad un popolo, in cerca di un luogo dove vivere…