Il laboratorio

Il laboratorio di Alte terre nasce con l’intento di creare uno spazio di lavoro artigianale e artistico, aperto alla cultura locale o a idee e artisti di passaggio, un luogo di incontro e condivisione di esperienze e storie concrete. Tuttavia le radici di questo progetto sono legate ad una storia personale che voglio raccontare e che è nata e cresciuta già grazie a tanti incontri.

Il principio di tutto appartiene alla mia città di adozione, Venezia, che mi ha condotto durante gli studi universitari verso la storia e l’arte bizantina, facendo nascere in me un interesse ed una predilezione non solo intellettuale. Così a partire dal 2008 ho iniziato a lavorare con l’iconografa Iulia Balan la quale mi ha istruito per mesi nella sua bottega alla tecnica su tavola e gesso. Grazie al lavoro con lei mi si è aperta la possibilità di un viaggio studio/lavoro presso una equipe tra le migliori di Romania per apprendere l’arte dell’affresco murale con grassello puro (non mescolato a sabbia come si usava negli affreschi italici). Ma ci sono altri nomi da ricordare perché i miei maestri sono stati tanti e di valore , come il prof. Ennio Concina, il prof. Giorgio Ravegnani, la equipe dei coniugi Moldoveanu, i maestri iconografi quali Fabio Nones di Trento o Giovanni Raffa di Perugia, maestri assoluti nelle arti applicate, e Sania Gukova per le lezioni magistrali sul volto di Cristo nell’arte antica. L’elenco si allungherebbe troppo per onorare tutto il debito che ho nei confronti degli studiosi e degli artisti incontrati e dunque mi fermo: questo è solo l’inizio.
Nel tempo ho cominciato ad essere richiesta per la produzione di icone su tavola ma anche di ceri Pasquali, ristrutturazioni su legno, pitture su pergamene e su vetro e sul bambù. Ho imparato a usare tecniche diverse in relazione ai diversi materiali utilizzati e alle richieste dei committenti.

Oggi nella mia testa penso a tanti progetti d’arte; nel prossimo futuro ho intenzione di lavorare meglio il bambù, imparare a conoscerlo e a scavarlo per creare delle voliere a protezione degli uccelli non migratori lungo le stagioni più fredde. Non solo: mi sento attratta anche verso la produzione di icone naïves su vetro, incorniciate con legno antico sul modello delle devozioni della Mitteleuropa, cosi diffuse nelle abitazioni più umili.

La montagna infatti richiama all’essenziale, evita gli orpelli.
Qui viene naturale tornare alla linea del simbolico spoglio e raffinato allo stesso tempo. Di recente ho introdotto le sgorbie da legno per dare spazio alla plasticità dei materiali e seguendo una tecnica che a breve vorrei migliorare ancora.
Questi progetti per fiorire hanno bisogno di farsi conoscere e di trovare collaborazione sia con una o più scuole ma anche di allievi che desiderino essere introdotti a queste arti. Sarà proprio la costruzione del nuovo laboratorio lo spazio che potrà concretamente orientarsi verso l’insegnamento rivolto a chi ama questo stile, caratterizzato da una tecnica e da materiali che permettono di collegarsi a un’arte millenaria, per generazioni passata di mano in mano, come un filo dorato tra tessere umane fino ad arrivare misteriosamente anche a noi.